La
zeppola: gioia del palato e curiosità della lingua
Sulla
bontà della zeppola di San Giuseppe l’accordo è completo. Sull’origine della parola
“zeppola” i pareri sono invece discordanti.
Ecco
alcuni degli etimi più accreditati:
-
zeppa:
dal latino “cippus”, pezzetto di legno
in grado di risolvere piccoli problemi di slivellamento. La zeppa è
piccola, e per questo somiglia a quel “pizzico” di pasta lievitata che,
messo a friggere nell’olio bollente, si gonfia, fino a dar vita alla
classica “pastacrisciuta”. La zeppola si fa infatti come la
pastacrisciuta, ma è dolce: e come lei, a Napoli
ha un’origine “stradale”.
-
serpula(m),
dal latino serpe: la zeppola
(quella antica,di San Giuseppe)
ha la forma di una serpe acciambellata.
-
cymbala(m),
imbarcazione fluviale dal fondo piatto e l’estremità arrotondata, dunque
a forma di ciambella. Col tempo, attraverso una serie di modificazioni
linguistiche, cymbala è diventato “zippula”, da cui zeppola.
-
Saeptula,
da saepio, cingere. Questo termine designava gli oggetti di forma rotonda in
genere.
-
Zi’Paolo:
il nome del friggitore
napoletano,presunto inventore della zeppola.
Per
concludere, va ricordato che “zeppola” è
anche uno dei nomi scherzosi che i napoletani danno all’ernia
inguinale, insieme aguallera,
paposcia, ‘ntoscia, mellunciello.
E’
peraltro probabile che la zeppola/ernia
non sia la zeppola di San
Giuseppe bensì la “pastacrisciuta”, quell’impasto di farina, acqua e
lievito che, messo a friggere nell’olio bollente, si gonfia,
rassomigliando ad una rotondeggiante ernia inguinale.
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